giovedì 7 novembre 2013

Export Italiano in Cina : ecco come andrà il commercio estero nel 2014

Il ministero del commercio della Cina ha pubblicato un report nel quale cerca di riassumere come si evolverà l'interscambio commerciale del Paese con il resto del mondo nel corso del 2014.
 Il dossier ministeriale sostiene che nel corso dei primi tre trimestri dell'anno l'andamento è stato discretamente soddisfacente, e che nel corso del quarto trimestre dell'attuale esercizio l'import - export del Paese manterrà una crescita sostanzialmente stabile.

Ancora,export cinese nel commercio globale dovrebbe continuare a crescere, e nel 2014 il miglioramento dovrebbe farsi più consistente, pur lieve.
afferma il ministero, la quota dell'

Partendo dall'assunto di cui sopra, possiamo cercare di scattare una fotografia puntuale sullo stato di salute dell'export italiano in Cina. Gli ultimi dati a nostra disposizione, in particolare, sembrano suggerire che tra i settori principali per le imprese tricolori vi sia quello delle macchine industriali e strumenti meccanici, che continua a rappresentare più del 30 per cento dell'export complessivo in Cina (e con volumi assoluti maggiori rispetto a quelli riscontrabili in Francia o in Regno Unito).

Tra i segmenti a più elevato tasso di crescita segnaliamo anche quello dei prodotti farmaceutici, con uno sviluppo di oltre 40 punti percentuali su base annua. Molto bene anche il settore della pelletteria, l'abbigliamento, le calzature.

Come migliorare il business cinese

A questo punto, occorre chiarire in che modo poter migliorare il proprio business cinese. Considerate le particolarità del mercato, le sfide competitive con gli operatori locali e le varie peculiarità del luogo, il nostro consiglio è certamente quello di affidarvi a una validità società di servizi per l'internazionalizzazione che possa guidare l'azienda nel successo sul mercato asiatico e, in particolar modo, in quello cinese.

Una strada privilegiata sembra essere quella della ricerca di partner cinesi in ambito di ricerca e formazione in campo tecnologico, o ancora nello sviluppo di apposite collaborazioni sul fronte del supporto tecnico e dell'assistenza post- vendita.

Un focus sull'alimentare

Chiudiamo quindi questo nostro approfondimento sul business commerciale con la Cina con un piccolo focus sull'alimentare, cercando di ipotizzare quelle che dovrebbero essere le principali linee guida sul futuro a breve termine. Si segnala in proposito una fortissima crescita nella vendita di prosciutti italiani in Cina, ed enormi margini di potenzialità per la pasta, i formaggi e altri beni tipici della dieta mediterranea.


I margini di cui sopra sembrano essere stati già parzialmente sfruttati dai produttori ed esportatori di olio extra vergine d'oliva, visto e considerato che l'olio di qualità italiana pesa per quasi il 25% di tutto l'olio importato dalla Cina. A nostro giudizio la quota di mercato di olio italiano nel Paese asiatico è suscettibile di forti miglioramenti: anche in questo caso, per poter saggiare tutte le opportunità, vi consigliamo di contattare una valida società di consulenzaper l'internazionalizzazione, che possa guidarvi nell'individuazione delle migliori scelte di export globale.

martedì 5 novembre 2013

Produttori di formaggi, cercasi per export canadese

Secondo le ultime stime prodotte da Assolatte, il buon andamento del commercio estero dei formaggi italiani ed europei in Canada subirà un rapido incremento in seguito all' accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Paese. 
L’Associazione afferma infatti che grazie all' intesa giungeranno sulle tavole canadesi più di 18 mila tonnellate in più di formaggi provenienti dal vecchio Continente, con uno sviluppo dell’export dell’80% in termini di quantità.
L’accordo di libero scambio si candida in tal modo ad essere la principale molla in grado di far saltare di livello l’export italiano di formaggi nella macro area: basti considerare, proseguono le statistiche ufficiali, che circa il 20% di tutti i formaggi che vengono importati dal Canada arrivano dall’Italia. In tutto, oltre 4.400 tonnellate di prodotti o, in termini assoluti e monetari, 43 milioni di euro.

Alle positive notizie di cui sopra si aggiunga inoltre come l’interesse dei consumatori canadesi per i nostri prodotti lattiero – caseari sarebbe in rapidissima ascesa. Nel solo 2012 – afferma ancora Assolatte – le quantità esportate sarebbero cresciute dell’8,8%, mentre nei primi sette mesi di quest’anno le esportazioni sono nuovamente cresciute del 3,4%. Tra i prodotti di maggiore spessore vi sono il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano (con 3 mila tonnellate cumulative), in grado di anticipare – in questa speciale classifica - Pecorino Romano, Gorgonzola, Mozzarella e Provolone.
Infine, in aggiunta a quanto sopra, ricordiamo come l’accordo di libero scambio riguardi un elenco di prodotti Dop che otterranno la giusta protezione anche nel Paese nordamericano: in maniera più specifica, tra i prodotti tutelabili figurano 11 formaggi italiani (Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Pecorino Toscano, Provolone Valpadana, Taleggio).


Ad ogni modo, avverte infine Assolatte nelle sue dichiarazioni, tutto ciò non basta per risolvere il problema della contraffazione dei prodotti italiani, il c.d. “italian sounding”. 
I produttori canadesi potrebbero infatti continuare a usare gli stessi nomi, con la sola precauzione dell’eliminazione dalle etichette di qualsiasi riferimento all’Italia ,specificando nel contempo la provenienza canadese e, quindi, vanificando i contenuti degli accordi di libero scambio.