Cina |
Con decorrenza dal prossimo 1 maggio 2014, una
ventata di brusche novità si abbatterà sui produttori internazionali che
vendono i propri beni in Cina.
Da tale data entrerà infatti in vigore la riforma
del trademark, con regole che si preannunciano essere molto più rigide, a
beneficio del mantenimento di un atteso livello di concorrenza interna ed
esterna.
Ma andiamo con ordine.
Il punto di partenza è
drammatico: le Corti di Giustizia cinesi, nel solo 2012, hanno visto crescere
del 46% il numero di vertenze sulle proprie scrivanie, relativamente al solo
comparto della violazione dei brevetti. Un contesto che rischia di
provocare conseguenze molto serie al valore della proprietà intellettuale locale,
soprattutto ora che i produttori stranieri sembrano finalmente aver compreso
quanto valga la pena "ideare prodotti cinesi per il mercato cinese",
evitando di fruire della manodopera locale per i soli mercati esterni.
Stabilito quanto sopra, cerchiamo dunque di
elencare quali siano le fondamentali novità in merito.
Il testo di recente
revisione ha innanzitutto aumentato di ben 6 volte il limite di
compensazione nell'ipotesi di violazione di una marchio, conducendolo ad
una soglia di circa 500 mila dollari. In contemporanea, il testo ha introdotto
il divieto - che ricade sulle sole agenzie di brevetti e marchi - di accettare
degli incarichi se sono a conoscenza che i propri clienti stanno procedendo a
una registrazione dolosa o stanno violando altrui diritti. Le agenzie
che non rispettano questa prescrizione saranno sanzionate e potrebbero vedere
sospesa la propria attività.
Ma non solo: oltre a ciò che è già stato
preannunciato, la nuova legge sembra offrire una maggiore e più incisiva protezione
nei confronti dei marchi più famosi, concendendo ai legittimi titolari la
possibilità di proibire la registrazione del proprio brand da parte di altri, o
l'utilizzo di marchi simili (anche se non registrati).
Più nel dettaglio, il nuovo testo va inoltre a
incidere sui termini di registrazione del marchio e sulla procedura da seguire,
sul diritto di agire contro la registrazione di un marchio, sull'estensione
della protezione degli stessi a imprese e privati e sull'informativa di
settore.
Una positiva novità, ideata principalmente per i
grandi produttori, ma della quale potrebbero trarre vantaggio anche le piccole
imprese creative, sostenitrici da sempre del Made in Italy
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