La Russia ha deciso di estendere
il suo embargo ai prodotti alimentari importati dall’Unione Europea. Una
dichiarazione sintetica, diramata dal servizio veterinario russo,
Rosselkhoznadzor, e dietro la quale si cela l’impossibilità – da parte (anche) delle imprese italiane – di esportare in Russia i prodotti derivati
dal pollame e dalla carne suina e bovina, compresi i grassi animali.
Il tutto, con la formale giustificazione che si tratterebbe di misure resesi necessarie dopo il ritrovamento di agenti patogeni e metalli pesanti in tali prodotti.
Il tutto, con la formale giustificazione che si tratterebbe di misure resesi necessarie dopo il ritrovamento di agenti patogeni e metalli pesanti in tali prodotti.
Complessivamente, il divieto all’ importazione russa di tali
prodotti, si aggiunge al bando su carne, pesce, latticini, frutta e verdura
dello scorso 7 agosto, estendendo in modo significativo il divieto di
export italiano in Russia per prodotti appartenenti al mondo alimentare e
agroalimentare. Ma cosa accadrà ora all’export italiano di settore?
Embargo per carne suina,bovina e pollame |
Come sempre, per cercare di
capire cosa accadrà all'export verso la Russia, val forse la pena cercare di comprendere cosa è già
accaduto. Secondo quanto affermava pochi giorni fa Coldiretti al Forum su agricoltura e alimentazione organizzato a
Cernobbio, il made in Italy avrebbe
subito una flessione del 63% nei prodotti agricoli verso la Russia, e un – 12%
di prodotti alimentari. Non solo di cibo l’export italiano soffre: il
tessile perde il 24,8%,i mezzi di trasporto il 50,1%, i mobili cala il 17,8%, i
prodotti farmaceutici il 32,3%.
I timori sono tuttavia
maggiormente incentrati proprio sull’alimentare e sull’agroalimentare, che in
Russia ha (aveva?) un canale privilegiato.
Il rischio è infatti non solo quello di veder drasticamente calare il proprio
fatturato attuale, ma di veder danneggiate le prospettive di una possibile
ripresa quando – ci auguriamo, in tempi rapidi – il blocco all’importazione
russa vedrà la fine. Al fine di potersi garantire comunque un cibo
apparentemente tricolore, i consumatori russi starebbero infatti cedendo
all’italian sounding. “Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e
formaggi dall'Italia – avverte infatti la Coldiretti - ha provocato in Russia
un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal
salame 'Italia' alla mozzarella 'Casa Italia', dall'insalata 'Buona Italia'
alla Robiola 'Una grande', ma anche la mortadella 'Milano' o il 'Parmesan
Pirpacchi', tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin”.
Sempre secondo la Coldiretti la
situazione potrebbe rischiare “di aggravarsi con grandi investimenti annunciati
per potenziare l'industria alimentare locale, con la produzione di prodotti
lattiero caseari e formaggi che è già aumentata del 20% negli Urali centrali”,
con l’evidenza che sono previsti “nuovi caseifici come quello in programma
annunciato nella regione Sverdlovsk con un investimento di 2 milioni di rubli
per coprire il fabbisogno di formaggi duri e molli, dalla mozzarella al
parmigiano”.
Come se la situazione di cui
sopra non fosse già abbastanza deteriorata, si tenga anche conto come a potenziare la produzione del falso made
in Italy non è solo la Russia, quanto anche “molti Paesi che non sono stati
colpiti dall'embargo come la Svizzera, la
Bielorussia, l'Argentina o il Brasile che hanno aumentato le produzioni e le
esportazioni dei cibi italiani taroccati”.
In ultima istanza, è anche possibile che questa ondata di
embarghi possa “cambiare” i consumi dei cittadini russi. Tra gli esempi,
forse più particolari e pittoreschi (se la situazione non fosse drammatica),
c’è quella sottolineata da Rai News, che ricorda come “l’ultima trovata
dell’ente governativo russo che regolamenta l’importazione e distribuzione sul
territorio nazionale di prodotti agro-alimentari esteri è stata quella di
autorizzare le importazioni su vasta scala della carne di coccodrillo per consumo
alimentare. L'ispettorato per il settore agro-alimentare russo
(ROSSELKHOZNADZOR) ha autorizzato la società delle Filippine (Paese che non ha
aderito alle sanzioni imposte contro la Russia) Coral Agri-ventures a
introdurre sul mercato russo la carne di coccodrillo congelata. E’ la prima
fornitura del genere per la Russia, mai dalle Filippine era stata esportato
questo tipo di carne”.