La lunga crisi degli ultimi anni ha colpito
duramente tutti i settori economici italiani e, tra di essi, anche lo storico
comparto del mobile. Tanto che, secondo FederlegnoArredo, dal 2009
al 2013 le imprese italiane del mobile hanno perso circa il 34% del proprio
valore sul mercato italiano, oggi ridotto a 9,3 miliardi di euro, e a fronte di
una continua crescita del business sui mercati internazionali.
Ad ogni modo, non tutto il male è venuto per
nuocere. A fronte delle criticità congiunturali interne, infatti, le imprese
del mondo del design e del mobile hanno accelerato il compimento
di un percorso già avviato vent'anni fa, e che oggi è produttore di graditi
risultati, che hanno nell'export la propria punta di diamante.
Negli ultimi anni la spinta all'internazionalizzazione
è infatti cresciuta in misura considerevole, permettendo alle imprese
italiane - e specialmente quelle operanti nel segmento top - di occupare un
ruolo di rilievo globale nel macro settore. Secondo i dati statistici più
aggiornati, la quota di export nel 2014 è stata pari al 64% della
produzione, facendo dell'Italia uno dei principali Paesi esportatori di arredo
nel mondo, con una quota del 30% a livello globale nel segmento di fascia alta.
Per quanto concerne i mercati di destinazione, è
bene ricordare come nel 2014 l'Italia sia stata il primo Paese esportatore di
settore in Cina, con una quota nazionale del 15%, e un controvalore che si
aggira intorno ai 233 milioni di euro. Ruolo di leadership anche nel più
piccolo mercato cipriota, dove l'Italia ha una quota di mercato del 30%, per un
controvalore meno rilevante in termini assoluti, pari a 23 milioni di euro.
Al di là delle posizioni di preminenza sopra
espresse, i mercati più importanti per fatturato generato continuano ad essere
quelli di Francia, Germania, Russia, Regno Unito e Svizzera.
In Francia il nostro Paese è il secondo operatore di mercato, con una quota del
16% e un controvalore di 1,03 miliardi di euro; in Germania ha la terza quota
di mercato per rilevanza (8%) per un controvalore di 853 milioni di euro; in
Russia è il secondo operatore, con una quota del 18% e un controvalore di 604
milioni di euro; in Svizzera è il secondo player di riferimento, con quota del
17% e controvalore di 530 milioni di euro.
Posizioni di tutto rispetto anche nei confronti
del mercato austriaco (dove l'Italia è terzo operatore, con una quota dell'11%
e fatturato di 303 milioni di euro), Arabia Saudita (seconda posizione con
quota del 10% e fatturato di 213 milioni di euro) e Spagna (con quota dell'11%
e fatturato di 227 milioni di euro).
Un'ulteriore spinta verso l'apprezzamento del commercio
estero dovrebbe inoltre arrivare dalla pronta disponibilità dei voucher
per l'internazionalizzazione, che permetteranno alle imprese italiane di
poter incrementare l'export mobili ed assumere a tempo determinato un manager per il commercio estero,
valutando compiutamente tutte le opportunità di successo al di fuori dei
confini nazionali.
Per saperne di più vi invitiamo a consultare il
nostro staff ai seguenti recapiti: marketing@egointernational.it