giovedì 10 ottobre 2013

Export formaggio: boom di commercio verso l'extra UE


Secondo quanto affermato dall'Eurostat, l'Unione Europea avrebbe aumentato le proprie esportazioni di formaggi nel corso degli ultimi 10 anni del 54 per cento, a quota 270 mila tonnellate.

A spingere al rialzo l'export di formaggio è stato soprattutto il grande contributo svolto dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, che sono riusciti a raddoppiare il volume del prodotto venduto al di fuori dei confini europei. Di contro, deludono le prestazioni del Pecorino e del Fiore Sardo, con vendite in calo del 43 per cento a 10 mila tonnellate. Complessivamente, molto buoni sono stati i riscontri sui fermaggi freschi, che nel corso degli ultimi 10 anni hanno conquistato gradualmente le proprie posizioni di mercato, con esportazioni più che raddoppiate.

Dal report condotto dall'istituto statistico europeo emerge altresì che ai primi posti per quantitativi esportati non vi sarebbero solamente formaggi italiani, quanto anche il Cheddar inglese, il Gouda olandese e il tedesco Tilsit (con le varie derivazioni, prodotte anche in Paesi diversi rispetto a quelli di origine).

Secondo le previsioni rilasciate recentemente dalla Commissione europea, nel corso del 2013 le esportazioni di formaggio dovrebbero crescere, pur su proporzioni inferiori a quanto sviluppato nel 2012, quando il commercio estero del settore crebbe del 14%.

A trainare l'export del formaggio, oltre al costante apprezzamento dei prodotti italiani ed europei nel resto del mondo, anche la specifica iniziativa globale di promozione, e più accentuati servizi per l'internazionalizzazione nei mercati maturi ed emergenti. Un trend che secondo la Commissione europea dovrebbe proseguire, con conferma della tendenza osservata nell'ultimo decennio.



Le occasioni di business internazionale secondo EGO Internationalper le imprese italiane non dovrebbero pertanto mancare. Una buona analisi dei mercati di destinazione, con scelta di quelli più appetibili, e l'individuazione dei migliori canali di distribuzione e di promozione, costituiranno certamente i principali valori aggiunti delle strategie di internazionalizzazione degli operatori locali.

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