martedì 15 ottobre 2013

Senza commercio estero non ci si espande






Il Corriere di Como ha recentemente riportato un'interessante testimonianza sulla tragica crisi dei consumi e della domanda interna, e sulla necessità di appoggiarsi al commercio estero quale unica scialuppa di salvataggio in un contesto nazionale e internazionale sempre più deteriorato.

In particolare, il quotidiano comasco ha riprotato le dichiarazioni di Andrea Luraschi, responsabile dell'export di un'azienda di famiglia, secondo cui "se un'impresa tessile pensa oggi di poter resistere puntando solamente sul mercato nazionale è già morta".

Dichiarazioni di sicuro impatto, quelle di Luraschi, che tuttavia ci sentiamo di supportare. Il mercato italiano ha d'altronde toccato picchi di profondissima gravità, e sul breve termine non sembrano esservi alcune possibilità di ripresa. A ciò si aggiunga che il mercato del tessile (e non solo quello) ha subito una radicale trasformazione nel corso degli ultimi lustri, inducendo così le aziende ad aprirsi a nuove mentalità e nuovi approcci strategici, partendo altresì da una radicale discussione delle formule di organizzazione interna.

Un contesto difficile, che tuttavia può essere alleggerito proprio dal commercio internazionale. "Per le aziende del tessile - abbigliamento" - ha spiegato ancora Andrea Luraschi - "l'estero è stata una vera e propria ancora di salvezza". Ne consegue che - ed è questo il caso della sua azienda di famiglia - il peso del fatturato da esportazione è salito rapidamente nel corso degli ultimi anni, fino a diventare la quota maggioritaria.

Tutto bene, quindi? Non proprio, perchè ritagliarsi il giusto e meritato spazio sui mercati internazionali non è sempre facile, salvo ricorrere a validi servizi per l'internazionalizzazione. "Oggi è molto difficile andare all'estero" - spiega ancora Luraschi sul Corriere di Como - "i mercati sono già presidiati da molte aziende (e, aggiungiamo noi, non sempre in condizioni di concorrenza leale, ndr). Non si può pensare di prendere al valigia e partire per trovare nuovi clienti. Bisogna allora riuscire a individuare ottimi agenti, rappresentanti e grossisti sui mercati giusti".

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